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Abbazia di Sant’Egidio Sotto il Monte Giovanni XXIII

L’abbazia fu fondata nel 1080 da un nobile bergamasco, Alberto da Prezzate, ed esercitò un ruolo di notevole importanza socio-economica su tutta l’Isola nel sec. XII.

Seguirono secoli di decadimento, ma nella seconda metà del ‘900 tornò a rivivere come centro di spiritualità grazie alla figura di David Maria Turoldo.

Le tre absidi della chiesa sono orientate perfettamente ad est e scandite da semicolonne in calcare bianco che sorreggono un fregio ad archetti pensili in cotto.

Nel chiostro è sistemato il piccolo sacello contenente, secondo una leggenda, la tomba di Teiperga, sorella del fondatore Alberto da Prezzate.

La pianta basilicale si compone di tre navate, coperte da capriate lignee a vista, e da un transetto con volta a crociera centrale su cui si innesta la torre campanaria, sorretta da quattro poderosi pilastri quadrilobati.

La separazione delle tre navate è data da due file di quattro colonne a stretto diametro terminanti con capitelli scolpiti.

All’interno, si possono ammirare gli affreschi di età rinascimentale nel catino absidale, dove spicca al centro la figura del Cristo Pantocràtor in mandorlo, e un grande affresco a forma di polittico sulla parete di sinistra; sono successivi il piccolo affresco a sinistra dell’ingresso con S. Antonio Abate e S. Rocco, datato 1532 e quello della conca absidale di destra, eseguito nel 1570 da Cristoforo Baschenis di Averara.

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